Vita dopo un trauma e Riabilitazione
- eventuale necessità di assistenza infermieristica;
- adeguatezza degli spazi domestici alle comuni attività della vita quotidiana coadiuvate da vari tipi di ausili;
- utilizzo di ortesi ed ausili;
- eventuali emergenze mediche o neurologiche.
Poiché ogni trauma cranico è diverso dall´altro, è impossibile prevederne l´evoluzione degli esiti. Di solito nell´immediatezza i miglioramenti clinici sono più rapidi, mentre rallentano con il passare del tempo: entro i primi 6 mesi dopo traumi cranici gravi si assiste al miglioramento più evidente, anche se progressi minori continuano per anni.
Si parla di un buon recupero funzionale quando la persona presenta difficoltà sensori- motorie e/o cognitivo/comportamentali residue di lieve entità ed è in grado di riprendere una vita autonoma. Altrimenti, se il deficit residuo è maggiore, si parla di disabilità moderata, grave o gravissima e l´assistenza fornita dal caregiver dovrà essere, a seconda, intermittente o costante.
In ogni caso è importante che il soggetto traumatizzato apprenda gradualmente a potenziare le abilità residue, utilizzando tutte le proprie risorse. La capacità di recupero è strettamente connessa al contesto familiare e sociale ed alle possibilità concrete di riabilitazione e di reinserimento. I progressi possono essere rilevanti ma inizialmente impercettibili anche ai familiari; per questo è fondamentale sostenere nel tempo tutto il percorso di riconquista dell´identità della persona con trauma cranico con attività altamente motivanti (e quindi condivise/partecipate negli obiettivi), risocializzanti, potenzianti delle funzioni compromesse.
In questo cammino, il ruolo del caregiver può essere determinante e deve essere sostenuto con una qualificata formazione ed informazione sugli interventi più opportuni da approntare e le strategie più idonee da adoperare, per realizzare un aiuto valido e anche sostenibile nel tempo.
Puoi scegliere di farti seguire dall´associazione di riferimento.
Nel caso in cui la persona che ha subito un trauma cranico presenti un recupero solo parziale delle proprie capacità, sarà necessario un percorso riabilitativo finalizzato ad affrontare i postumi del trauma.
Le conseguenze di un trauma cranico possono riguardare differenti funzioni; la tipologia e la gravità dipendono dall´area e dall´estensione del danno. Di conseguenza gli interventi di riabilitazione saranno differenziati: può essere necessaria riabilitazione motorio-sensoriale e/o cognitiva.
In caso di esiti motori (deficit di forza agli arti, al collo o al tronco, variamente associati) è opportuno effettuare mobilizzazione passiva e/o esercizi attivo/assistiti relativamente ai distretti corporei indeboliti, insieme con training funzionale degli arti superiori e/o della deambulazione (preceduti, se necessario, da esercizi per il controllo del tronco in posizione seduta e eretta). In alcuni casi può essere opportuno praticare riabilitazione dei deficit sensitivi focali o diffusi, nonché delle funzioni sensoriali (acustiche e/o visive), allo scopo di migliorare i disturbi posturali e dell´equilibrio eventualmente presenti.
Relativamente alla sfera cognitiva, potrà essere opportuno intervenire sui deficit dell´attenzione, della memoria, delle capacità di riconoscimento degli stimoli (agnosie), delle funzioni motorie superiori (aprassie), del linguaggio (afasie), delle capacità logico-astrattive e di ragionamento.
Le conseguenze comportamentali (isolamento sociale, irritabilità, disinibizione, incongruità emozionali, apatia) dell´evento traumatico possono essere trattate in modo integrato utilizzando sia l´approccio relazionale sia quello farmacologico. Possono rivelarsi efficaci interventi di reinserimento lavorativo e/o sociale, nonché terapie integrative e/o complementari, individuali o di gruppo, protratte in modo continuativo nel tempo.
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